Di manuali di pittura e disegno ne ho sfogliati e letti molti. Non solo alla ricerca di informazioni pratiche che potessero aiutarmi a migliorare come artista, ma soprattutto per capire come altri prima di me traducessero in parole facili concetti legati al disegno e alla pittura. Cercavo di scoprire il segreto della pittura.
Per come sono fatto io però, la sola lettura non mi ha aiutato granché. Avevo bisogno di consigli pratici, di osservare un maestro all’opera e vedere i suoi movimenti al rallentatore, per poi provare e riprovare a mia volta. Dovevo parlarci, costringermi attraverso di lui a fare mente locale su tutti i miei dubbi, senza paura di sembrare un cretino.
Aver cominciato da autodidatta in questo è stato provvidenziale. Avevo una tale fame di miglioramento che i miei occhi non si limitavano solo a guardare un’opera: diventavano scanner potentissimi davanti a ogni quadro o disegno che mi colpiva. E ho visto cose che voi umani non potete immaginare…. =)
Questione di osservazione…
Scherzi a parte, avete mai guardato un’opera da vicino? Non a due metri di distanza tramite lo zoom dello smartphone, intendo vicino quel tanto che basta per sentire l’odore di legno della cornice, così vicino da farvi richiamare bonariamente dalla guardia perché rischiate di far scattare l’allarme? Ecco, provateci.
Riuscite a vedere la pennellata che si nasconde dietro un dipinto di Leonardo, Raffaello o Caravaggio? Difficile: sono talmente levigate che paiono quasi divine. E quei dettagli? Il ricamo dei vestiti, i capelli, i riccioli? Ma come facevano… Quanto tempo ci mettevano, che mano ferma dovevano avere!
Spostiamoci di qualche secolo. Com’è il tratto degli Impressionisti? Cosa percepite di fronte ad un loro dipinto? Con loro è più semplice immaginare il gesto e la forza con cui hanno direzionato la pennellata. Dipingendo all’aperto nei loro quadri puoi trovare anche corpi estranei, come è successo a questa malcapitata creatura nel dipinto di Van Gogh.
E che dire di certe sculture antiche, così cariche di immedesimazione e abnegazione con l’opera d’arte da vibrare ancora dell’anima dell’artista che le ha eseguite? Ci sarebbe da parlare per ore su tutte le impressioni che questi maestri mi hanno regalato, e non parlo solo di pittura…
Ma quindi, ‘sto segreto?
Il nocciolo del magico segreto della pittura è tutto qui. E’ talmente ovvio e scontato che probabilmente pochi di quelli che iniziano a dipingere ci fanno caso. Per questo l’ho presa così larga e vi ho tenuti qui a leggere… Ebbene, vi svelo l’arcano.
Sto parlando di ATTEGGIAMENTO. E’ l’atteggiamento a guidare la nostra mano, sono le nostre azioni a rivelare se siamo disordinati o in pace, se ci stiamo divertendo o se lo facciamo tanto per fare, se siamo automi o esseri consapevoli. E questo riusciamo a percepirlo anche a distanza di tempo.
State dipingendo inebriati da quello che il vostro ego vi racconta, pensando a quanto siete geniali, brillanti, superlativi? Si vede. State dipingendo in maniera svogliata pensando magari a cosa mangerete più tardi o a quella litigata col vicino per colpa del suo cane? Si vede. State dipingendo con eccitazione e vi sentite immersi nel vostro dipinto, la vostra identità sparisce, non vi importa che del momento presente e vi sentite ben radicati nel qui e ora? Non solo si vede ma SI SENTE! E si sentirà anche domani, dopodomani, tra cento, mille anni!
Il segreto è questa cosa qui: semplicemente un cambio di prospettiva. Io non creo nessuna opera, io mi rendo disponibile ad una trasformazione, sparisco per far spazio all’opera che vuole nascere da me.
La prossima volta che sarete di fronte a un’opera d’arte, provate a entrarci con tutta la vostra attenzione. Vivetela con tutti i sensi. Lasciatela depositare dentro i voi. Dietro di essa c’è il lavoro di una persona che è uscita dai suoi limiti per provare a creare un nuovo livello, una nuova realtà. Riuscite a percepirla? E mi raccomando, occhio a non far scattare l’allarme al museo =)