Oggi voglio condividere con voi un ricordo, un aneddoto che riguarda una delle mie prime sedute di pittura en plein air a Milano. Era una bella mattinata di inizio primavera, tiepida e profumata, e avevo deciso di andare un paio d’ore al Parco Lambro per provare a fare un piccolo dipinto.

Così, colazione al mio bar preferito (erano ancora i tempi in cui si poteva fare serenamente…), e poi via in bicicletta fino al parco, dove mi sono messo a cercare l’angolo ideale per la mia pittura en plein air, appartato ma non troppo e con un albero dalle forme particolarmente suggestive. Eccolo, infine: un bel prato verde, lontano dalle principali vie di passaggio e con un bellissimo scorcio arboreo. Ah, che pace! Tiro fuori i colori, sfilo i miei pennelli migliori, osservo lo scorcio, faccio un bel respiro e comincia la magia. I protagonisti assoluti di questo momento siamo io e la natura. Se non fosse che….

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“Oh caspita, già le zanzare? A inizio marzo?”. Ebbene sì. Le piccole carogne ronzanti mi hanno subito assalito. Provo a ignorarle, magari se ne vanno, mi dico. Riprendo il pennello, tratteggio i bordi degli alberi e…

….zzzzZZZZZZ…..!

“Respira Martin, è solo un minuscolo insetto, ignoralo, non pensarci!”, dice il Martin zen. “Sì ok, ma se mi sta per pungere non riesco a concentrarmi!”, ribatte il Martin già irritato. Non che abbia molta scelta, del resto: ho già versato i colori sulla tavolozza e non mi va di sprecare materiale sotto ricatto di una zanzara rompiscatole. Inoltre sto registrando un piccolo video per i social, non posso interrompere sul più bello! Così faccio appello a tutta la mia pazienza a proseguo…

Come Van Gogh

In quel momento, mentre litigavo con le zanzare milanesi, mi è tornato in mente una notizia curiosa letta qualche tempo fa sul web. Praticamente, in una tela di Van Gogh – per l’esattezza “Gli alberi di olivo” del 1889 – è stata rinvenuta pochi anni fa una cavalletta! Non una zanzara, ma una cavalletta! Avete presente quanto è grande un insetto del genere? Ebbene, il povero animaletto era stato quasi interamente assorbito dal colore a olio. Dopotutto, nelle lettere al fratello Theo lo stesso Van Gogh faceva presente le difficoltà della pittura en plein air: mosche, sabbia, terra e graffi erano all’ordine del giorno mentre vagava nella campagna francese per ritrarre i suoi celeberrimi paesaggi.

A me personalmente è sorta spontanea una domanda: ma quanto colore usava quel pover’uomo, per non accorgersi di aver impantanato una cavalletta?

Memore dell’episodio, mi dico che una zanzara è davvero poca cosa e cerco quindi di non lamentarmi. Proseguo così con il mio dipinto en plein air: la luce sta già cambiando e io sono circa a metà dell’opera. La rognosa volante deve essere riuscita a mangiare qualcosa, perché non la sento più. Invece, proprio mentre penso di averla scampata, apriti cielo: arrivano gli amici. Non i miei, quelli della zanzara! Mi ritrovo avvolto da una nube di moscerini. Un fastidio allucinante!

Le provo tutte: cerco di allontanarli con il pennello (come se una spadina di legno piena di colore potesse davvero intimorire!), mi sposto più in là con il cavalletto, mi giro e rigiro ma alla fine ho dovuto mollare il colpo. Ho fatto una foto al panorama, ho pulito tutto alla bell’e meglio e sono tornato a casa di malumore.

Gli imprevisti della pittura en plein air: alcuni suggerimenti

Che cosa ho imparato da questa allucinante esperienza? Giusto due cosucce che voglio condividere con voi.

  1. La pittura all’aperto ci espone a situazioni fastidiose e che non sempre dipendono da noi. Per dire, una volta avevano iniziato a fare dei lavori in strada proprio mentre dipingevo: un baccano immane tutto il tempo, altro che pace e relax. Che fare dunque? Zen is the solution. Non prendersela è la parola d’ordine.
  2. Prevenire è meglio che curare, quindi indossate pantaloni lunghi e abbiate sempre con voi una maglia a maniche lunghe, qualora gli assalti degli insetti si facciano troppo insistenti. Ah, e non scordatevi il repellente.
  3. Il cappellino sarà il vostro migliore amico nelle giornate di sole.
  4. Considerate la pittura all’aperto come un’esperienza. Non dovete necessariamente creare un capolavoro, ma fare il meglio che potete nelle condizioni che avete attorno.
  5. Lavorate a step, partendo dalla sintesi del soggetto e dalle luci e ombre, in modo da poter perfezionare l’opera anche in un secondo momento (qualora dobbiate sloggiare prima del previsto…).
  6. Colori molto brillanti e accesi (come giallo o arancio) posso attirare moscerini-kamikaze, che si tufferanno volentieri sul colore fresco. Capita, pazienza.

Resta comunque il fatto che quell’episodio, per quanto fastidioso sul momento, mi ha regalato il ricordo simpatico di una sessione di pittura en plein air. Ora sorrido sempre, riguardando quel piccolo dipinto con tutti i moscerini incollati! E ricordate… Qualora una cavalletta finisse sul vostro quadro, non fate come Van Gogh e aiutatela a uscire dalla tela: con le zampe così colorate sarà la cavalletta più originale del parco 🙂