L’arte contemporanea ha tante buone qualità, ma anche una debolezza: ha suggestionato intere generazioni di aspiranti artisti, convincendoli che basti imbrattare una tela a caso per definirsi tali. Aggiungiamoci pure le caterve di tutorial online, che in due pennellate e poco più promettono di insegnare a realizzare quadri d’effetto, belli da vedere e di grande complessità, senza fare poi chissà che sforzo. E’ davvero così? Ehm, ni. Nel senso che sì, per iniziare a dipingere basta spesso “buttarsi” – è una predisposizione utile, poche sovrastrutture mentali, e via! – ma poi… Beh, diciamo che dopo essersi buttati bisogna anche saper nuotare, o almeno provarci. Ecco perché abbiamo voluto condividere con voi alcuni spunti: 5 consigli utili non solo per realizzare un buon dipinto, ma anche per vivere con la pittura una relazione comoda e genuina. Iniziamo!
1. Bando alla fretta
Primo consiglio: per dipingere, lasciate la fretta fuori dalla porta. Non è una gara, nemmeno con voi stessi, e se lo diventa avete un problema. Sì, lo sappiamo bene: quando troviamo qualcosa che ci appassiona, la voglia di provare subito e dimostrare la nostra abilità è una forte tentazione. E non è necessariamente un male! Dall’entusiasmo nascono spinte molto forti e grandi motivazioni. Inoltre, siamo tutti ormai abituati a messaggi pubblicitari del tipo “Dimagrisci in 24 ore con questo prodotto”, oppure “Questa crema toglie subito le rughe”, oppure…. Ecco, ci siamo capiti.
Viviamo immersi nella società del tutto e subito. E’ il fascino della scorciatoia a ingolosirci, il gusto di sentirci migliori, più bravi e più dotati degli altri. Ma con la pittura questo non funziona, non ha senso, rischia di rovinare tutta l’esperienza. Quindi cercate di non cascarci con tutte e due le zampe!
Piuttosto, domandatevi: “Perché ho bisogno di arrivare prima? Per dimostrare cosa? Cosa mi sta impedendo di godermi l’esperienza pittorica, spingendomi a lavorare male?”. Tutta questa premessa per dirvi: non abbiate fretta. Non viviate la pittura in maniera bulimica: non dovete dimostrare niente a nessuno! E soprattutto, il risultato cambia. Pensate al formaggio: in un giorno, non ottieni certo un saporito Grana Padano, perché per quello serve lentezza. Le cose migliori hanno bisogno di tempo. Altrimenti è un po’ come arrivare correndo a un appuntamento importante: certo, ci arrivate prima, ma sarete sudati, stanchi e stazzonati. Ne vale la pena?
2. Diventate amici dei vostri strumenti di lavoro
Probabilmente vi aspettavate un consiglio meno “pratico” e meno banale, vero? Ebbene proprio perché è una cosa apparentemente banale, molte persone prendono la cura dei propri strumenti sottogamba… E i risultati poi si vedono!
Vi facciamo un esempio. Per fare una buona sfumatura serve un pennello morbido – ma non troppo – e con un buon serbatoio: ma se le setole non sono state pulite a dovere e sono incollate tra loro, il colore non scorrerà sulla tela e faticheremo parecchio a ottenere l’effetto desiderato. In altre parole faremo un pasticcio.
Non dimenticate che il risultato è sempre la somma dell’abilità innata, dell’impegno costante e degli strumenti adeguati.
Per dirla con una metafora musicale: possiamo pure essere Chopin, ma persino lui avrebbe fatto fatica a comporre i suoi notturni su un pianoforte scordato e con i tasti incollati… Avrebbe fatto meglio ad andare direttamente a dormire!
3. Tutto il resto è noia. Ovvero, oltre al quadro… Considerate tutti i fattori
Bene, mettiamo che avete preso la pittura con calma e avete pulito tutti i vostri strumenti. Siete pronti a cominciare il vostro quadro, e giustamente state pensando a come realizzare un dipinto superlativo. Benissimo!
Ma sappiate che la buona riuscita dell’opera passa anche da tutta una serie di altri aspetti fondamentali, e che il vostro quadro sarà la conseguenza di determinate scelte e azioni.
Quali, vi chiedete? Una posizione comoda, tanto per iniziare, che vi permetta di concentrarvi solo sul vostro lavoro: provate a mettere la testa nel dipinto per più di un’ora, se siete seduti scomodi! Vi passerà subito la voglia, assicurato. Poi, è fondamentale una buona predisposizione mentale: bando ai giudizi (quelle fastidiose vocette nella testa che vi raccontano quanto non ce la farete mai, quanto non siate portati, ecc), bando alle distrazioni, bando alla gente che vi chiacchiera attorno. Siate solo voi e il vostro quadro. E, ovviamente, gli strumenti adeguati: colori di qualità, una tavolozza ampia, un soggetto che vi ispira.
4. Non siamo immortali. E sì, stufarsi è normale
Siamo tutti esseri umani. Significa che dopo un po’ ci stanchiamo, ci scarichiamo, passa l’entusiasmo e restano la stanchezza, la noia, la fatica. Ebbene, è normalissimo! Capita a tutti, anche a chi ha fatto della pittura una professione.
Ecco perché non consigliamo mai di iniziare un quadro mettendo cura certosina in ogni singolo dettaglio: perché ci si stufa più in fretta, e una volta passata la voglia, la tentazione è quella di mollare lì tutto e andare a fare altro.
Considerate il vostro quadro come uno step by step: un passo alla volta. Prima si abbozza, si studia il grosso, e man mano si aggiungono i dettagli. La concentrazione massima teniamola per lo scatto finale!
5. La perfezione non esiste: respirate e lasciatevi andare
Dei 5 consigli pittorici che vi abbiamo dato, questo forse è il più importante. Dipingere all’aperto è straordinario perché ci costringe a rallentare. Non siamo a casa nostra con la musica, il frigo a disposizione e la temperatura ideale: siamo in mezzo alla natura e in mezzo alle altre persone. Lavorare alla propria opera d’arte gradualmente, in tutta calma, non solo ci permette di ossigenare bene il cervello e capire cosa stiamo facendo, ma anche di godere di tutta una serie di novità uniche.
I passanti che si avvicinano e commentano, la luce che cambia, i colori che si asciugano, i profumi tutt’attorno: tutto fa parte dell’esperienza. Vivere un’esperienza di questo tipo ci riporta al qui e ora. Si crea uno scambio tra noi e l’ambiente circostante, grazie al nostro tentativo di dipingerlo.
Si impara così a convivere con le proprie difficoltà, ma anche con i propri sforzi, accettando che il risultato non sarà “perfetto” nel comune senso del termine, ma sarà perfetto per noi. E, riguardandolo, sarà come essere di nuovo lì, in un momento che avete saputo rendere speciale.